Ammappala #2

LAVENO - EREMO di S.CATERINA

La seconda uscita del progetto Ammappala è stata il 18 giugno e ha coinvolto una delle mete turistiche e culturali più rinomate del lago Maggiore: l’eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro. Qui, oltre a scoprire la storia di questo luogo magnifico abbiamo anche esplorato un suo piccolo segreto… sapevate che vicino all’eremo sono custoditi degli speciali sensori? Cosa misurano? Perché? Saranno pericolosi? Meglio andare con ordine, prima di alimentare strane teorie del complotto. Partiamo dall’inizio.

Partiamo dall’imbarcadero di Laveno, quella mattina un po’ uggiosa a un passo dall’inizio dell’estate. Qui ci siamo dati appuntamento per partire con un passo indagatore, muniti di mappe, metri e inclinometri: avevamo una piccola missione da portare a termine, o meglio…un esercizio.

Nelle settimane precedenti avevamo fatto una lunga chiacchierata con Pietro Scidurlo, fondatore di Free Wheels Onlus che, a causa di una lesione midollare, si sposta da sempre grazie all’ausilio di una carrozzina, spesso collegata a un propulsore elettrico. Di lui vi parleremo anche più avanti nei prossimi articoli, per ora vi basti sapere che, con la sua Onlus, è un punto di riferimento in Italia per il turismo accessibile.


Ebbene, Pietro ci ha raccontato la sua storia e la sua passione per l’escursionismo, ci ha raccontato di quando ha affrontato il Cammino di Santiago e di come da lì gli sia venuta la voglia e l’idea di impegnarsi per aiutare a rendere i sentieri e i tracciati accessibili.

 Gli abbiamo chiesto di spiegarci cosa significhi “accessibilità” e cosa sia necessario fare per costruire un cammino accessibile. Pietro ci ha dato una miriade di spunti e, insieme, abbiamo stilato una prima piccola lista di requisiti che un tracciato deve avere per poter essere affrontato in autonomia con una carrozzina e un propulsore elettrico.

 

Così, muniti di quella lista, abbiamo chiesto ai partecipanti di procedere lungo l’escursione misurando le strettoie, i gradini, le pendenze e appuntando la qualità del fondo stradale.

L’esercizio era volto non tanto a stilare un resoconto sull’accessibilità di quel tratto, quanto ad aiutarci a comprendere meglio, nel concreto, cosa sia una barriera architettonica e quanto un dettaglio che sembra piccolo, possa in realtà trasformare un tratto di sentiero o strada in un ostacolo insormontabile.

Con questo passo attento, ci siamo spostati verso sud, raggiungendo l’Eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro, dove Elena Castiglioni di Archeologistics, ci ha accolti e accompagnati nella visita della struttura, raccontandoci la leggenda del naufragio del mercante Alberto Besozzi, i fatti storici legati a quella costruzione unica e il motivo per cui il sasso in questione sarebbe “ballerino”.


Qui ci ha raggiunto Paolo Valisa, direttore del Centro Geofisico Prealpino. Con lui siamo scesi all’imbarcadero dell’eremo e poi nella parte alta del complesso, dove ci ha mostrato i famosi sensori. Si tratta di un idrometro, strumento che consente di monitorare il livello del lago, e di una stazione di rilevamento meteorologico. Partendo da questo spunto, Paolo ci ha raccontato con una miscela di grande competenza e passione, come funziona da un punto di vista idrogeologico, un bacino come quello del lago Maggiore, passando poi al clima di queste zone e alle sue particolarità. Chi vive vicino alle sponde di un lago come questo sa bene che il suo livello cambia di stagione in stagione. Si raggiunge un massimo primaverile dovuto alle piogge e alla fusione dei ghiacciai, mentre si ha un periodo di magra a fine estate a causa del prelievo di acque ad uso irriguo, poi si ha una nuova piena autunnale, nel periodo più piovoso (che da noi va da metà ottobre a metà novembre), anche se il mese propriamente detto, più piovoso, è maggio – quest’anno lo abbiamo visto bene –.

 

Il regime del lago Maggiore è cambiato nel 1954 con la costruzione della diga della Miorina, nei pressi di Golasecca, che regola il flusso del lago verso il naviglio permettendo di controllarne il livello. Ma è meglio un lago alto o uno basso? La questione non è semplice, anche perché ci sono interessi diversi in gioco: l’industria turistica vorrebbe un lago basso per poter usufruire delle spiagge, le aziende idroelettriche hanno bisogno di abbondanti riserve di acqua, le amministrazioni si preoccupano delle esondazioni e preferiscono un livello contenuto. A questo quadro si aggiunge un elemento di complessità: i meteorologi ad oggi non sono in grado di fare previsioni stagionali, ma riescono a coprire una finestra massima di una decina di giorni.

Il caso del lago Maggiore è un ottimo esempio per allargare lo sguardo e interrogarsi sulla crisi climatica in atto e suoi effetti sul futuro.

 

Il cambiamento climatico ha aumentato la frequenza degli eventi estremi, questo significa che le piogge “normali” non sono cambiate di molto, mentre sono aumentate le piogge intense che dagli anni Sessanta sono raddoppiate. Allo stesso tempo si sono allungati i periodi di siccità: con l’innalzamento delle temperature la differenza di temperatura tra poli e equatore diminuisce, questo contrasto termico più debole crea meno vortici depressionari, dunque più distanza tra una perturbazione e la successiva. Nel 2022 sono stati registrati più di 15 mesi di siccità: da quando abbiamo iniziato a registrare questo tipo di dati, ovvero negli anni Trenta, non era mai successo. Questi eventi aumenteranno e in ogni caso siamo molto più sensibili ai fenomeni di siccità rispetto al passato poiché abbiamo cementificato molto e quindi reso il territorio impermeabile. Così l’acqua scorre verso i fiumi e i laghi più velocemente e non viene assorbita dal terreno. Inoltre, con la scomparsa dei ghiacciai nelle Alpi non abbiamo un volano idrologico, ovvero riserve di acqua per far fronte alle siccità. 


Insomma, la questione è complessa e non promette benissimo, ma parlare di queste cose ed essere arrivati fino al sasso Ballaro, a suo modo precariamente arroccato sulle sponde del lago, prestando attenzione ai dettagli che possono cambiare un percorso da accessibile a ostacolo, è stata un’occasione per renderci conto dei sottilissimi equilibri che ci circondano, e un invito, nel nostro piccolo e nel nostro grande, a riconoscerli e a prendercene cura. Tutti insieme.