ammappala #6

da | Gen 26, 2025 | Solidarity

Ammappala #6

LAgoni mercurago - sancarlone

E anche questa rassegna giunge al termine. Ma se pensate che le nostre ambizioni possano restare chiuse nelle celle dei cronoprogrammi di progetto, non ci avete capiti fino in fondo. 

 Lo scorso 26 gennaio è stata l’ultima uscita di AMMAPPALA, la nostra rassegna 2024 dedicata all’accessibilità in Cammino. Ci è davvero impossibile scegliere un’uscita preferita perchè sono state tutte uniche, dense e piene di emozioni, ma di certo possiamo affermare di aver concluso con i fiocchi!

Se proprio proprio le dobbiamo dedicare un primato, questo è sicuramente alla caparbietà e tenacia degli organizzatori, ma soprattutto dei partecipanti. Il grazie più grande va a voi che quella mattina uggiosa di pieno inverno vi siete svegliati (alcuni all’alba perché partiti da Dalmine – avete letto giusto Dalmine in provincia di Bergamo) e nonostante la pioggia battente avete creduto che sarebbe arrivato il sereno! Le nostre guide sono un po’ maghe, anche questo va detto, e forse invece di radar e stazioni meteo nascondono sfere di cristallo sotto al letto. Sta di fatto che il sereno è arrivato, e che sereno!

È stata indubbiamente anche l’uscita più complessa da organizzare perché per concludere un percorso come questo non potevamo non alzare l’asticella! Il meteo si è messo di traverso più volte e ci è rimasto un sassolino nella scarpa: fare al San Carlone un’osservazione astronomica accessibile a tutt*. Non si cammina affatto bene con i sassolini nelle scarpe, perciò stiamo già meditando come togliercelo e quando!

Ma quindi, che abbiamo fatto di così straordinario?

Per prima cosa ci siamo addentrati nel Parco dei Lagoni di Mercurago. Si tratta di una zona umida di importanza internazionale, e sempre ci stupisce il contrasto netto che si ha tra il camminare nei suoi boschi e la strada del Sempione, con il pullulare di negozi, grandi catene, supermercati e automobili. Da una parte il verde, dall’altro il grigio.

Noi sprofondiamo nel verde. A guidarci Paolo Fumagalli, guida di Controvento trekking, grande esperto di questi luoghi (dove organizza morbidissime camminate in compagnia di lama – seguilo per scoprire quando sarà la prossima). 

Il Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago è un’area protetta situata vicino ad Arona, sulle colline che circondano il Lago Maggiore, in Piemonte. Istituito nel 1980, il parco si estende su una superficie di 473 ettari e comprende una varietà di ambienti naturali, tra cui torbiere, boschi e pascoli destinati all’allevamento di cavalli purosangue. Il parco è anche noto per la sua rilevanza archeologica: sono stati scoperti insediamenti preistorici risalenti all’Età del Bronzo e alcune domus romane.

Mentre camminiamo accanto a Paolo, Rachele, la nostra interprete LIS per questa uscita, ci insegna come ascoltare anche con gli occhi. 

Dalla Rocca ci dirigiamo verso l’altro pezzo forte della giornata: il Colosso di San Carlo.

È periodo di chiusura, ma Marina di Archeologistics ha risposto felice al nostro appello ed è venuta apposta per noi. Una visita privata a quella che è stata a lungo la statua più alta del mondo è un vero lusso.

Ma andiamo con ordine.

Marina ci accoglie, in mano ha una chiave lunga circa 30 centimetri con cui apre il grosso portone della chiesa.

Scopriamo che alcuni mattoni e massi che costituivano la rocca si trovano qui: si tratta di una ricostruzione della cosiddetta “Camera dei tre laghi”, il cubiculi natalitii  ovvero parti della stanza della Rocca di Arona in cui nel 1538 nacque il santo. Nel reliquiario è conservata la maschera mortuaria in legno fatta a partire da un calco in gesso: questo oggetto sacro è stato fondamentale nel modellare il realistico viso del Sancarlone. 

Alla morte di Carlo, il cugino Federico Borromeo volle avviare il processo di beatificazione e canonizzazione il quale fu particolarmente veloce: già nel 1600 Carlo Borromeo fu nominato santo. Per celebrare la sua figura, Federico decise di erigere un imponente Sacro Monte proprio nella sua città natale. Il progetto iniziale prevedeva 14 cappelle, partendo da una colossale statua del Santo e concludendosi con una maestosa chiesa, per narrare la nascita, la vita e i miracoli del santo aronese. Tuttavia dei problemi finanziari sopraggiunsero nel ducato di Milano,  il progetto si arenò e tutte le risorse vennero destinate alla costruzione del Colosso. La statua del Sancarlone è cava all’interno sorretta da un’anima in pietra, mattoni e ferro, mentre all’esterno è costituita di lastre di rame battute a martello sulla struttura di supporto e riunite insieme per mezzo di chiodi e tiranti. Il braccio benedicente è costituito da una complessa struttura metallica, concepita per resistere ai forti venti della zona.

Il cielo inizia ad annuvolarsi quando iniziamo a salire verso la pedana che rappresenta il basamento della statua. La vista spazia a 360 gradi intorno a noi, mentre i dettagli della statua si fanno tutti evidenti e così imponenti, da vicino è ora possibile distinguere le singole lastre di rame e i chiodi che da oltre 300 anni le tengono fissate. I più coraggiosi si avventurano su per la scala verticale che si inerpica nell’anima di pietra: la statua del San Carlo si può ammirare sia da fuori che dall’interno. E già questo basterebbe a farne una piccola eccezione, ma invece ne vanta anche altre, ad esempio è stata per molti secoli la statua più alta al mondo, tanto che l’ingegnere incaricato di costruire la statua della libertà a New York passò alcuni mesi ad Arona proprio per studiarla e copiarne la fattura!

AMMAPPALA si è conclusa e con lei una nuova avventura di mappatura partecipata nella quale abbiamo imparato tanto e ci siamo messi in gioco a partire da un pensiero fisso: o la partecipazione è per tutt* o non è per nessuno! Certo non è altro che l’inizio, ma non potremmo essere più  felici di averlo condiviso con ognuno di voi. 

Di sicuro il nostro viaggio verso sentieri accessibili continua!

 

Ammappala EXTRA

Il 3 novembre ci siamo addentrati nella val Veddasca, nel nord della provincia di Varese, per raggiungere Garabiolo, da dove ci siamo incamminati verso il paese di Campagnano e, nello specifico, verso la chiesa di san Martino, situata al confine tra il centro abitato e il bosco. Qui, sulla parete rivolta a Sud-Est dell’edificio, si trova un’immensa meridiana che risale alla seconda metà del ‘700 e che è stata restaurata proprio da Roberto Baggio (il famoso gnomonista, non l’altro) nel 2007.

Ammappala #5

La quinta uscita del progetto Ammappala ci ha portati a camminare da Angera a Sesto Calende, in una giornata a stretto contatto con un materiale antichissimo e potente: la pietra. L’uscita era accessibile a persone ipovedenti o cieche e all’insegna dell’arte e dell’arteterapia. La sfida? Provare a godere di una collezione di arte scultorea senza partire necessariamente dalla vista, anzi, provando ad esplorare le possibilità di fruizione che si aprono a noi proprio quando gli occhi si chiudono.

Ammappala #4

Il 20 luglio tracciaminima ha compiuto 4 anni! E, prima di ogni altra cosa, GRAZIE. A tutte le persone che ci hanno seguito, sostenuto o semplicemente incontrato in questi anni. A chi si è fidato delle nostre proposte e ha puntato la sveglia per venire a camminare insieme a noi, a chi si è fermato a parlare, a chi ci ha stimato e ci ha lanciato delle sfide. Grazie, davvero. Il senso di tracciaminima è proprio quello di incontrarvi e, se vi va, costruire insieme qualcosa di bello.

Ammappala #3

terza data di esplorazione accessibile lungo il tracciato del cammino, questa volta con la joelette. Per chi non ne avesse mai sentito parlare, la joelette è una carrozzina fuoristrada monoruota che permette a persone a mobilità ridotta di muoversi in natura, nei boschi e sui sentieri di montagna grazie al supporto di almeno due accompagnatori. Per testare questa sedia a rotelle sportiva e un po’ rivoluzionaria ci siamo affidati a tre persone speciali: Andrea e Paola dell’associazione Dappertutto – impegnata a rendere la Valtellina un luogo accessibile e in cui proporre un turismo diverso –, e Serena che si è fidata della nostra ciurma di portatori.