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Garabiolo - campagnano
Il 3 novembre ci siamo addentrati nella val Veddasca, nel nord della provincia di Varese, per raggiungere Garabiolo, da dove ci siamo incamminati verso il paese di Campagnano e, nello specifico, verso la chiesa di san Martino, situata al confine tra il centro abitato e il bosco. Qui, sulla parete rivolta a Sud-Est dell’edificio, si trova un’immensa meridiana che risale alla seconda metà del ‘700 e che è stata restaurata proprio da Roberto Baggio (il famoso gnomonista, non l’altro) nel 2007.
Già, perché uno gnomonista è proprio questo: un esperto di orologi solari e dei loro gnomoni, dal greco γνώμων, gnṓmōn, ovvero indicare, individuare.
Lo gnomone è infatti la parte della meridiana che, proiettando l’ombra sul quadrante, indica l’ora solare.
Ed ecco quindi che al nostro arrivo a Campagnano, Roberto ci ha accolti con una serie di orologi solari didattici di sua costruzione, ben schierati di fronte alla chiesa e già perfettamente orientati. Perché, prima di affrontare la meridiana di san Martino, avremmo avuto bisogno di qualche nozione tecnica e storica. Subito siamo stati rapiti dalla parlantina entusiasta di Roberto, uomo dalla competenza profonda e schietta, che si miscela all’energia e alla gioia di chi è profondamente appassionato a qualcosa. Dunque, in una manciata di minuti ci ha riportati tutti ai tempi dei banchi di scuola, citando in sequenza serratissima e qui riportata in maniera estremamente sommaria: le proprietà geometriche dei triangoli, l’impero romano, le leggi di Keplero, i gesuiti, le stelle Alkaid e Mizar all’interno dell’Orsa Maggiore, l’invenzione degli orologi (quelli meccanici si intende), il cratere dell’Etna e Napoleone Bonaparte. Nonostante quel che si potrebbe pensare, abbiamo l’impressione di aver tenuto piuttosto bene il passo… capitolo più, capitolo meno.
E ora ci cimenteremo nell’ardua impresa di riassumere per sommi capi le basi della questione: come funziona un orologio solare? E perché quando guardiamo una meridiana ci sembra sempre sbagliata?
Anzitutto, se la meridiana è costruita correttamente (cosa non scontata), l’ora che segna non è mai sbagliata.
Se lo fosse, sarebbe successo qualcosa di molto strano nel sistema solare, e forse leggere l’ora sarebbe l’ultimo dei nostri problemi. L’ora delle meridiane dunque non è mai sbagliata, ma si tratta di ora solare.
L’ora che leggiamo sui nostri orologi si differenzia da quella solare per tre motivi, tutti legati al fatto che i nostri orologi si basano su alcune convenzioni che, per praticità di uso, costituiscono delle approssimazioni.
Dunque, il fatto che tutte le località all’interno di un fuso orario segnino la stessa ora (quando in realtà il Sole per attraversare in nostro fuso dalla Spagna alla Polonia ci mette quasi due ore), l’applicazione in un certo periodo dell’anno dell’ora legale (cui il Sole non sembrerebbe adeguarsi), e il fatto che a seconda del momento dell’anno il pianeta Terra (come tutti gli altri pianeti) si muova lungo la sua orbita a velocità differenti facendolo “arrivare all’appuntamento con il Sole” in anticipo o in ritardo, genera una discrepanza tra l’ora delle meridiane e quella dei nostri orologi comuni. Discrepanza che varia a seconda del giorno in cui si osserva la meridiana. In nostro aiuto solitamente accorre una tabella posta nei pressi della meridiana che ci indica quanti minuti sommare o sottrarre all’ora solare per ottenere l’ora convenzionale.
…Puntando così sempre la Stella Polare, che sta fissa nel cielo esattamente a Nord) ed inclinato esattamente come la latitudine del luogo in cui ci troviamo (nel caso di Luino, 46°. In questo modo lo gnomone risulta esattamente parallelo all’asse terrestre e di conseguenza gli assi della meridiana riproducono in miniatura l’orientamento del nostro pianeta rispetto al Sole e il movimento dell’ombra dello gnomone sul quadrante della meridiana riporta in ogni momento la posizione esatta del Sole rispetto alla Terra.
Tutto chiaro, no?
Ma insomma, cos’ha di particolare la meridiana di Campagnano?
Nella seconda metà del ‘700 il Papa, sotto la pressione degli spagnoli, ha sciolto la Compagnia di Gesù. Questi tra le altre cose avevano in carico l’insegnamento in moltissime università e, di punto in bianco, si sono ritrovati sollevati da ogni incarico. I Borromeo hanno accolto molti di questi uomini di scienza nel territorio del varesotto. Giunge così a Campagnano il gesuita Francesco Luini, in un periodo di grande fermento culturale e di cambiamento. Il cambiamento stava riguardando anche il modo in cui si leggevano le ore: fino a quel momento si utilizzava la cosiddetta ora italica, secondo la quale la ventiquattresima ora del giorno coincideva con il momento del tramonto (in effetti, poco importava a un contadino, di sapere che ore fossero di notte, mentre era molto importante sapere quanto tempo avesse ancora, prima del buio, per proseguire nei suoi lavori). Un altro sistema in uso era quello dell’ora babilonica, che segnava, in maniera speculare all’ora italica, quanto tempo era trascorso dall’alba. Ma in quegli anni, per decreto imperiale di Napoleone Bonaparte, si stava passando al sistema detto “alla francese”.
Da questo punto di vista Francesco Luini era un vero esperto di orologi solari e astronomia;
Detto questo, per funzionare correttamente, un orologio solare deve avere avere uno gnomone orientato sull’asse Nord-sud...
basti pensare che è cofondatore dell’osservatorio astronomico di Brera, i cui astronomi realizzarono la meridiana presente all’interno del Duomo di Milano.
Dunque, Luini decide di informare la gente della valle realizzando una meridiana didattica, che riportasse più in piccolo i vecchi sistemi (italico e babilonese) assieme al nuovo sistema francese, corredata da alcune spiegazioni, semplici ma efficaci e arricchite da simboli (come i segni zodiacali), perché anche gli analfabeti potessero comprendere il nuovo sistema.
Inutile dire che siamo tornati da questa uscita totalmente catturati dal mondo degli orologi solari. Prima di questo momento, come moltissimi, avevamo fatto caso alle meridiane sparse nei paesini e nelle piazze e le avevamo guardate con un poco di interesse, ma anche con una comprensione parziale, passando oltre abbastanza rapidamente. Ora, di fronte a quei paletti storti conficcati nelle pareti delle chiese e a quelle righe sbilenche dipinte sugli intonaci, abbiamo scoperto che si nasconde un complicato intreccio di storia e scienza, che da lì si allarga, letteralmente, dal paesucolo di pietra al sistema solare intero e torna indietro disegnando una piccola ombra: il tentativo dell’uomo di comprendere.
Se questa storia vi ha affascinati, sappiate che: al museo Poldi Pezzoli di Milano sono conservati diversi orologi solari tascabili (sì, tascabili), appartenenti a diverse epoche storiche.
Mentre se voleste scoprire quali sono le meridiane più vicine a voi, vi segnaliamo un progetto partito proprio da Roberto: un archivio internazionale il cui obiettivo è mappare tutte le meridiane presenti sulla Terra. Fatevi un giro su: www.sundialatlas.eu